Accusati della rapina a mano armata, ad una tabaccheria, avvenuta a Montalbano Jonico (Mt), la mattina dello scorso 5 ottobre, sono stati tratti in arresto un 52enne ed una 22enne del posto oltre ad un 36enne della provincia di Taranto.
A eseguire gli arresti, in carcere gli uomini e ai domiciliari la donna, i Carabinieri della Compagnia di Policoro, al termine di un’articolata attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica materana.
I due rapinatori, già noti alle forze dell’ordine, con il volto coperto, armati di coltello e martello, fecero irruzione all’interno di una tabaccheria, all’atto dell’apertura, minacciando e aggredendo violentemente il titolare, unico presente in quel momento, impegnato nelle attività di sistemazione della merce, impossessandosi della somma contante di euro 600,00 circa e causandogli lesioni personali.
Nell’immediatezza dei fatti, come informato in redazione dagli investigatori, sul posto arrivarono i militari dell’Arma che, effettuati accurati rilievi tecnici sulla scena del crimine, avviarono le indagini.
L’assunzione di informazioni dalla vittima e dalle persone informate sui fatti, il sequestro degli strumenti atti ad offendere utilizzati nell’azione delittuosa e dell’altro materiale rinvenuto nell’attività commerciale e nei pressi, hanno permesso di focalizzare l’attenzione investigativa sugli arrestati.
Le indagini, proseguite a 360° con la visione e conseguente accurata analisi delle immagini catturate da vari sistemi di videosorveglianza pubblici e privati della zona, integrate dall’analisi del traffico telefonico delle utenze in uso ai sospettati e dall’esito dei vari servizi di osservazione, controllo e pedinamento effettuati dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Policoro e della Stazione di Montalbano Jonico, hanno permesso di individuare anche una donna, ritenuta complice e ricostruire l’intera azione delittuosa.
In particolare, i due esecutori materiali della rapina, dopo aver stazionato nei pressi del locale aspettando il momento giusto, facevano irruzione quando la saracinesca era aperta solo parzialmente ed all’interno non vi erano ancora avventori, mentre la complice, alla guida di un’autovettura, li attendeva in una stradina posta alle spalle dell’esercizio commerciale, dove, infine, si sono dati alla fuga.
Raggiunti poco dopo dalla donna, insieme si sono allontanati dal Comune.
Nel corso delle indagini la donna, per occultare o assicurare a sé ed ai propri complici l’impunità, aveva incendiato la propria auto.
Rocco Becce
Direttore Editoriale