
CRONACA Nel Lazio, i Carabinieri della Stazione di Roma Garbatella hanno arrestato in flagranza di reato un italiano, di 32 anni, con l’accusa di atti osceni e tentata violenza sessuale. I militari hanno effettuato una mirata attività investigativa, a seguito di diverse segnalazioni giunte da alcune donne vittime di atti di violenza avvenuti nei pressi della metropolitana della linea B, fermata Garbatella. Ieri mattina l’uomo sceso da un convoglio della metro B, dopo aver individuato la vittima, vicino alla scala d’uscita, si è avvicinato masturbandosi e tentando di afferrarla al fianco, non riuscendoci. La vittima di fatto era una Carabiniere donna in borghese che si è subito qualificata mettendo in fuga il maniaco. A poca distanza, notata la scena, e intervenuto subito un secondo militare in borghese e anche una pattuglia di supporto che stava attendendo fuori dalla metro. In pochi istanti il maniaco è stato accerchiato ed ammanettato e condotto in caserma. Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, è stato, poi, accompagnato presso il carcere di Regina Coeli. Le indagini dei Carabinieri della Garbatella proseguono, con la collaborazione di quelli della Stazione San Paolo e del Nucleo Operativo della Compagnia Eur, alla luce del materiale rinvenuto nel corso della perquisizione estesa al domicilio dell’arrestato. Proseguono senza sosta i servizi di prevenzione e repressione dei reati, su tutto il territorio di competenza, da parte dei Carabinieri di Ostia, che nella giornata di ieri, hanno denunciato 6 persone, 4 per rapina in concorso e 2 per tentata rapina. Nei fatti, ieri sera, nel corso di un normale servizio di controllo, una pattuglia dei Carabinieri di Ostia è stata allertata a seguito di una segnalazione per rapina in località Acilia. Accorsi prontamente sul posto, i militari hanno trovato uno straniero che, ancora stordito dalle pesanti percosse ricevute, ha riferito di essere stato aggredito, in una vicina strada da quattro uomini che, dopo averlo colpito con calci e pugni, gli avevano sottratto il portafoglio contenente 200 euro circa e si erano dati alla fuga. Immediatamente sono scattate le ricerche che hanno dapprima affidato la vittima alle cure del personale sanitario dell’ospedale “G.B. Grassi” di Ostia, per le ferite alla faccia e al torace e poi, in poco meno di un’ora, sono riusciti a riconoscere le persone, corrispondenti alla descrizione della vittima, all’interno della stazione metropolitana di Acilia. I rapinatori prontamente bloccati ed accompagnati in caserma, tutti romani e con precedenti penali, sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria competente. Il secondo evento delittuoso si è consumato ad Ostia dove il titolare di un fioraio è stato aggredito all’interno del proprio negozio da due uomini a scopo di rapina. I malviventi, dopo essersi introdotti nell’esercizio commerciale, hanno puntato un oggetto appuntito alla schiena del commerciante e gli hanno intimato di consegnargli l’intero incasso. A seguito dell’inaspettata reazione del negoziante ne è nata una colluttazione che ha costretto i delinquenti alla repentina fuga senza l’agognato bottino. Grazie all’immediata attività di indagine i militari, con la descrizione somatica fornita da alcuni testimoni, sono riusciti a riconoscere in pochi minuti i rapinatori, 2 giovani incensurati di cittadinanza romena e dimoranti ad Ostia, e denunciarli all’Autorità Giudiziaria, per tentata rapina e di lesioni personali. È ancora alta l’attenzione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Roma nel quartiere di Tor Bella Monaca, dove nelle ultime due settimane, con due imponenti operazioni che vi abbiamo portato a conoscenza, si è giunti alla decapitazione di due sodalizi criminali che gestivano due delle più importanti piazze di spaccio della zona. Nella serata di ieri, in due diversi blitz, i Carabinieri della Stazione di Roma Tor Bella Monaca hanno arrestato tre pusher. I primi a finire in manette sono una coppia romana, lui 39enne, già sottoposto all’obbligo di firma in caserma, lei 32enne, con precedenti penali. La coppia è stata sorpresa nella nota piazza di spaccio “Ferro di Cavallo”, mentre cedevano tre involucri di cocaina ad un giovane acquirente che è riuscito a darsi alla fuga. Bloccati e sottoposti ad una perquisizione personale, i Carabinieri hanno rinvenuto nella loro disponibilità, altre 31 dosi di cocaina e denaro contante, ritenuto il provento dell’attività illecita. Un’altra pattuglia di Carabinieri della Stazione Roma Tor Bella Monaca, poco più tardi, sempre in via dell’archeologia, hanno arrestato un altro romano, di 35 anni. L’uomo, è stato notato e bloccato nei pressi di un porticato, per un semplice controllo. La perquisizione personale e domiciliare ha permesso ai militari di rinvenire 19 dosi di cocaina e circa 800 euro in contanti, ritenuti il provento dell’attività di spaccio, mentre lui è stato sottoposto agli arresti domiciliari e la coppia trattenuta in caserma in attesa del rito direttissimo. I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Melfi, guidati dal Capitano Carmine Manzi, la scorsa serata di domenica, intorno alle ore 19.00, hanno arrestato in flagranza di reato una 48enne, di origini marocchine, residente a Trebisacce, in provincia di Cosenza. La donna è ritenuta responsabile di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. I militari, dopo averla controllata, a bordo di un’Audi A4, in località San Nicola di Melfi, lungo la SS 655, area di confine con la regione Puglia, hanno rinvenuto e sequestrato due panetti di hashish, del peso di circa 155 gr. La droga era abilmente occultata all’interno del vano porta batteria del cofano motore. Nel corso delle operazioni, la 48enne, pensando di non essere notata, con un gesto fulmineo, si è disfatta di un cellulare di vecchia generazione, utilizzato per mantenere i contatti con i propri clienti e di un calzino in spugna, gettandoli nel terreno al margine della carreggiata. L’azione repentina non è sfuggita all’attenzione dei Carabinieri che, avendola colta, hanno recuperato il tutto e verificato che, all’interno, erano custoditi 6.650 euro in contanti, in banconote di vario taglio, provento dell’attività illecita di spaccio. All’esito degli accertamenti, la presunta venditrice di droga, è stata anche sanzionata per il mancato rispetto della normativa in materia di prevenzione della diffusione della pandemia da “Covid–19“, avendo fatto ingresso ingiustificato nella regione Basilicata. In Puglia, a Castellaneta, in provincia di Taranto, i Carabinieri del NORM – Aliquota Operativa della locale Compagnia, hanno arrestato, in flagranza di reato, per detenzione di sostanze stupefacenti a fini di spaccio, S.M., un 50enne del posto, con precedenti di Polizia. I militari, nel pomeriggio di ieri, hanno notato l’uomo in atteggiamento sospetto mentre percorreva con la sua auto la strada Provinciale che da Ginosa porta in Basilicata, a Matera. Alla vista della pattuglia, il pregiudicato, ha cercato invano di disfarsi di un involucro, prontamente recuperato dagli operanti, all’interno del quale sono stati rinvenuti 5 gr. di eroina, 0,5 gr. di cocaina, suddivisi in dosi, oltre alla somma in contante di 600 euro, ritenuta provento dell’attività di spaccio. Lo stupefacente, sottoposto a sequestro, è stato inviato al LASS (Laboratorio di Analisi Sostanze Stupefacenti) del Comando Provinciale Carabinieri di Taranto, per le analisi del caso. Dopo le formalità di rito, l’arrestato, su disposizione dell’A.G. competente, è stato sottoposto ai domiciliari presso la propria abitazione. A Marina di Ginosa, in provincia di Taranto, è finito in manette F.G., un 47enne del posto. L’uomo, con precedenti penali, lo scorso 2 maggio, dopo essersi introdotto furtivamente in un fondo agricolo, danneggiato un tendone da uva, recisi una decina di ceppi e danneggiato due veicoli, un’auto e un trattore, si è dato alla fuga. Il fuggitivo è stato visto dai proprietari terrieri, due imprenditori agricoli, che hanno allertato i militari. La sua fuga è durata poco. Infatti, il personale del Comando Stazione Carabinieri, dopo aver rinvenuto una grossa cesoia, una raspa metallica ed un punteruolo, hanno bloccato e arrestato il pregiudicato. L’arresto è stato convalidato e l’indagato, ora si trova nel carcere di Taranto. La scorsa notte, il personale della Squadra Volante, transitando a Taranto, in via Acclavio, ha notato un uomo vestito di scuro, con un piccolo zaino sulle spalle, che si aggirava furtivamente tra le auto in sosta. Insospettiti da quello strano atteggiamento, i poliziotti lo hanno fermato. L’uomo, un pregiudicato di 50 anni, con numerosissimi precedenti per furto, non ha saputo fornire una convincente spiegazione sul motivo della sua presenza e, soprattutto, sul motivo per il quale si aggirasse tra le auto parcheggiate. Nel corso del controllo gli agenti hanno ispezionato il suo zainetto, recuperando, oltre ad alcuni effetti personali, anche una serie di chiavi multiuso, un set di chiavistelli esagonali ed una sfera in metallo raffigurante il globo color bronzo del diametro di 6 centimetri circa, i primi attrezzi abitualmente utilizzati per aprire le serrature delle auto in sosta, l’ultimo usato per infrangere i finestrini delle autovetture. L’uomo è stato accompagnato negli Uffici del Commissariato Sezionale Borgo e, dopo le formalità di rito, denunciato in stato di libertà per possesso ingiustificato di arnesi atti allo scasso. Ora, si indaga proprio su alcuni furti perpetrati nelle ultime ore. Infatti, il personale dell’U.P.G.S.P. e della Squadra Mobile, guidata dal dott. Fulvio Manco, stanno provvedendo a recuperare le immagini di sistemi di video sorveglianza presenti nella zona, per avvalorare alcune ipotesi investigative. La Polizia di Stato di Bari ha eseguito 16 provvedimenti definitivi di pena, emessi dalla locale Procura Generale presso la Corte d’Appello pugliese, nei confronti di altrettante persone, condannate con sentenza definitiva a seguito della pronuncia della Suprema Corte di Cassazione a pene residue che vanno dai 3 mesi ai 13 anni di reclusione. Tutti, sono stati ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, concorso esterno in associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, detenzione e porto di arma comune da sparo aggravata dal fine di agevolare un’associazione di tipo mafioso, lesioni personali, violazione di domicilio, invasione di terreni ed edifici, furto e furto in abitazione, illecita concorrenza con minaccia e violenza in concorso ed aggravata dal metodo mafioso, favoreggiamento e minaccia. L’attività di oggi, che ha interessato Bari ed altre province del territorio nazionale, con l’impiego dei poliziotti della Squadra Mobile e l’ausilio di equipaggi del Nucleo Prevenzione Crimine e del IX Reparto Volo, è l’epilogo giudiziario dell’operazione “Do Ut Des”, indagine che portò nel marzo 2016 all’emissione, da parte del GIP del Tribunale di Bari, su richiesta della locale della DDA (Direzione Distrettuale Antimafia), di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 31 indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati sopra descritti. L’attività investigativa della Squadra Mobile di Bari documentò l’operato criminale del clan “Parisi“, operativo a Bari e in alcuni comuni della provincia che, attraverso il capillare e sistematico controllo del territorio, ha gestito in situazione di monopolio numerose attività illecite, l’egemonia del clan nelle area di influenza era sviluppata in maniera variegata, anche attraverso il monitoraggio e la gestione degli alloggi di edilizia popolare e, soprattutto, attraverso l’infiltrazione all’interno dei cantieri edili. Le dichiarazioni rese da alcuni imprenditori taglieggiati, nonchè le numerose attività tecniche, consentirono di acquisire convergenti e univoci elementi di responsabilità a carico di una struttura criminale, diretta ed organizzata da P.S., di anni 61, con base operativa nel quartiere barese Japigia, dedita a commettere in via continuativa estorsioni nel settore dell’edilizia attraverso condotte gravemente intimidatorie, seppur non sempre commesse con atti di violenza fisica. Le investigazioni hanno portato, così, alla luce un sistema che vedeva gli stessi imprenditori edili interagire direttamente e senza alcuno scrupolo, con i vertici del clan pur di ottenere commesse ed impiego, alterando in maniera significativa le regole di mercato e della libera concorrenza. È stato, quindi, documentato ampiamente come il clan si insinuava, sfruttandola, nell’attività dell’imprenditoria edile barese, finendo per operare scelte aziendali di rilievo, imponendo ditte di fiducia o addirittura “imprese mafiose”, così, determinando indirettamente anche i prezzi di forniture e opere, sui quali poi pretendere una percentuale, secondo un preliminare accordo sinallagmatico. Dal complesso degli atti di indagine è emerso con chiarezza che le estorsioni venivano realizzate non solo tramite la richiesta violenta del pizzo o dell’assunzione di un guardiano scelto tra gli uomini di fiducia del sodalizio criminale, ma attraverso un sistema articolato di relazioni degli appartenenti al clan operante, con gli imprenditori del settore edile che prevedevano l’imposizione delle ditte che dovevano aggiudicarsi i subappalti o le commesse di forniture e lavori. Un sistema estorsivo che includeva il coinvolgimento di imprese cosiddette “amiche” che consentiva al clan di lucrare sui ricavi dei subappaltatori imposti e che avevano ottenuto la commessa. Le condanne confermate nei giorni scorsi dalla Suprema Corte di Cassazione, che ha accolto in massima parte quelle comminate dalla Corte di Appello di Bari, riguardano gli esponenti apicali del clan, compreso l’indiscusso capo dell’organizzazione criminale, raggiunto dalla notifica del provvedimento mentre si trova detenuto nel carcere di Terni per la stessa causa.
AMBIENTE In Basilicata, ad Atella e San Fele, in provincia di Potenza, per consentire l’esecuzione di lavori di riparazione, l’erogazione dell’acqua potabile sarà sospesa da “Acquedotto Lucano SPA“, dalle ore 9.00 alle ore 18.00 di domani mattina, salvo eventuali imprevisti. Le località interessate, sono, rispettivamente, Fosso Di Noia, Papariello, Cartofico, Serra di Giorgio, Masseria Catena e Montesirico.
SALUTE In Italia, nelle ultime 24 ore, sono 11.807 i nuovi casi e 258 i morti per “Coronavirus“. Nel Lazio 1.007 i nuovi casi e 39 le vittime. In Campania 1.503 i positivi e 26 i morti. In Basilicata 140 le infezioni e 1 decesso. In Puglia 877 positività e 27 deceduti. È quanto riportato oggi dal bollettino epidemiologico del Ministero della Salute. Il Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, con l’ordinanza n. 24/2021, ha disposto la zona rossa per il comune di Rotondella da domani, 7 maggio, e fino al giorno 16 maggio 2021. Resta la zona rossa, fino al 16 maggio, per i territori comunali di Balvano, Castelluccio Inferiore, Castelluccio Superiore, Lavello, Rionero in Vulture, Craco e Garaguso. Da domani, inoltre, per i territori comunali di Abriola, Atella, Castelmezzano, Filiano, Montalbano e Tolve, è stata disposta la revoca della zona rossa. L’ordinanza è stata pubblicata sul Bollettino Ufficiale n. 42 Speciale del 6 maggio 2021 ed è consultabile sul sito web della Regione Basilicata, al seguente indirizzo: http://burweb.regione.
METEO Per domani, generali condizioni di bel tempo, con sole prevalente e cielo sereno su tutte le regioni. Locali nubi di passaggio sugli Appennini. Venti deboli dai quadranti settentrionali, mar Jonio mosso, calmi gli altri mari.
Rocco Becce
Direttore Editoriale
