È stata denominata “Frode carosello” l’operazione eseguita nelle ultime ore dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Teramo.
Infatti, un decreto di sequestro preventivo di disponibilità finanziarie, di beni mobili ed immobili, per un ammontare complessivo di euro 20.123.768,61, è stato operato dai militari delle Fiamme Gialle nei confronti di due amministratori di una società operante nel settore del commercio di carburanti per autotrazione.
La sede operativa è in Abruzzo, nel teramano e con 9 distributori nelle province di Teramo, Ascoli Piceno e Fermo.
Il provvedimento cautelare, è stato emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Ascoli Piceno, su richiesta della locale Procura della Repubblica ed è conseguente ad un’attività investigativa economico-finanziaria avviata grazie ad un’attenta verifica fiscale.
L’Autorità Giudiziaria ha assunto e diretto le investigazioni nel momento in cui i finanzieri hanno rilevato che in determinati fatti gestionali della società configuravano delle violazioni di carattere penale.
60 sono le persone denunciate, responsabili dell’emissione di fatture per operazioni inesistenti, e 2 i rappresentanti legali della società controllata, per aver presentato dichiarazioni IVA fraudolente mediante l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, per un ammontare imponibile di euro 91.471.675,46 ed un’IVA pari ad euro 20.123.768,60.
Durante l’intervento, come spiegato nel video dal Colonnello Gianfranco Lucignano, Comandante Provinciale di Teramo, sono stati sottoposti a sequestro 20 rapporti finanziari, 10 immobili e quote societarie di 4 persone riconducibili agli indagati.
Le 54 imprese “cartiere”, identificate dagli investigatori, nel corso delle indagini, sono risultate coinvolte in analoghe indagini o essere evasori totali, per non aver presentato le dichiarazioni fiscali obbligatorie per plurime annualità d’imposta, e catalizzavano su se stesse il debito d’imposta sul valore aggiunto che non sarebbe mai stato onorato.
Questo avveniva perchè prive sia di strutture aziendali che di capacità economiche o addirittura sconosciute agli indirizzi dichiarati quale sede legale o amministrativa, che, poi, venivano fatte fallire.
Rocco Becce
Direttore Editoriale