All’alba di ieri, mercoledì 16 dicembre, operazione tra la Calabria e Basilicata, denominata “Re Nudo“, eseguita dai Carabinieri della Compagnia di Scalea, al comando del Capitano Andrea Massari.
Le città interessate, a conclusione di una complessa attività investigativa, originariamente di competenza della DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) di Catanzaro e successivamente trasmessa alla Procura della Repubblica di Paola, sono Scalea, Praia a Mare, Diamante, Bonifati, Santa Maria del Cedro e Maratea.
I militari dell’Arma hanno dato esecuzione a 9 misure di custodia cautelare, 3 in carcere e 6 agli arresti domiciliari, oltre a 5 misure interdittive della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio o servizio con divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale, emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari, presso il Tribunale di Paola, su richiesta della locale Procura della Repubblica.
Gli indagati, sono indiziati, a vario titolo, di associazione per delinquere, di falsità materiale e ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, truffa aggravata a danno dello Stato, per il conseguimento di erogazioni pubbliche, concussione, corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità.
Inoltre, sono state sospese dall’esercizio commerciale, con divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale, 3 ditte di onoranze funebri, mentre per 5 autoscuole, tra cui una lucana, è stato disposto il sequestro preventivo con interdizione dell’esercizio dell’attività.
Infine, sono stati portati a termine numerosi sequestri preventivi che riguardano i reati di concussione, corruzione e induzione indebita a dare o promettere utilità, su ratei di pensione indebitamente percepiti e sul profitto percepito per i reati di truffa aggravata, per un totale complessivo di 635.604 euro.
I gravi indizi di colpevolezza, per i reati contestati, sono fondati sugli esiti delle intercettazioni telefoniche, ambientali e informatiche, e si sono appuntati, sin da subito, sulla figura di un medico legale.
L’uomo, in servizio nel Distretto tirrenico dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, che ha mercificato la sua funzione piegandola, anche a fini personali.
Con altri indagati, ha posto in essere un rilevante numero di illeciti inerenti le visite per l’accertamento dell’invalidità e dell’handicap di cui alla legge 104/94, le visite per il rilascio e rinnovo delle patenti di guida e le visite per il rilascio di certificati di idoneità per la detenzione ed il porto di armi.
L’indagine, nata presso la DDA (Direzione Distrettuale Antimafia), all’indomani della conclusione della nota operazione convenzionalmente denominata “Plinius 2”, e successivamente proseguita presso la Procura di Paola, ha permesso, di portare alla luce, un radicato e diffuso sistema di corruzione nella sanità pubblica del Tirreno cosentino, che si reggeva sulla figura proprio del medico legale ed ex sindaco di una cittadina della Calabria, M.R.
Rocco Becce
Direttore Editoriale