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Sono trascorsi ben 25 anni dalla chiusura, in Basilicata, del pozzo incidentato di Monte Li Foj, nella zona di Picerno, in provincia di Potenza, avvenuta senza alcun controllo e bonifica da parte delle istituzioni preposte e dopo il verificarsi di numerosi casi di tumori e decessi di alcuni cittadini, nulla di nuovo è all’orizzonte.
A preoccuparsi di questa anomala situazione, al momento è soltanto l’associazione culturale del posto, “Amici di Monte Li Foj“, presieduta da Antonio Genovese.
In un comunicato stampa inviato in redazione, l’associazione chiede la verità su quanto verificatosi negli anni passati, dopo alcune analisi effettuate nella zona interessata di contrada Porco Morto.
A causa delle acque sorgive di colore anomalo, si è provveduto ad un autofinanziamento da parte soltanto degli interessati, ma non dalle istituzioni preposte.
I risultati di alcune analisi chimiche, hanno destato sgomento, paura e confermato i timori iniziali.
Infatti, le acque non sono state ritenute idonee sia per l’uso alimentare che per irrigare.
“Tra l’altro – aggiunge Genovese – abbiamo appreso, solo a mezzo stampa, che il sindaco di Picerno è intervenuto nella vicenda esclusivamente con un articolo pubblicato su di un quotidiano locale e, sino ad oggi, senza intraprendere alcun provvedimento di ordine cautelativo nei confronti dei cittadini interessati, come, ad esempio porre il divieto di bere o a non utilizzare assolutamente le acque analizzate”.
“Forse – aggiunge Genovese – sono necessarie ulteriori verifiche? Per questo, siamo disponibili a mostrare la documentazione in nostro possesso qualora ne fosse interessato il primo cittadino di Picerno. Intanto, ricordiamo anche, che ci sono famiglie che non possono usufruire della conduttura comunale per cui si sono sempre servite di queste sorgenti e sempre a mezzo stampa siamo venuti a conoscenza della mobilitazione dell’assessore regionale all’ambiente, Gianni Rosa, anche se circa un mese fa abbiamo richiesto un incontro con lui, per sottoporre alla sua attenzione la problematica del pozzo petrolifero, senza purtroppo alcun riscontro positivo in merito. A questo punto, cogliamo l’occasione, visto l’interesse comune, per sollecitare i sindaci dei comuni di Picerno, Tito, Ruoti e Potenza a promuovere ed attivare interventi tesi a tutelare la salute dei cittadini e del territorio. Alla Regione Basilicata, ora, più che mai, chiediamo di fare chiarezza sull’intera vicenda e di coinvolgere in questa storia interminabile Enti garanti alla salvaguardia del nostro territorio”.
Redazione
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