Alcune misure cautelari personali, sono state disposte nella giornata di oggi, martedì 17 luglio, dal Giudice per le Indagini Preliminari a seguito di indagini dirette dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Potenza e condotte dalla Polizia di Stato nei confronti di Lorenzo Delli Gatti, nato a Melfi il 5 giugno 1980, Antonino Delli Gatti, nato a Melfi il 25 ottobre 1996, Francesco Parrini, nato a Melfi il 3 novembre 1959 e Daniele Parrini, nato a Melfi il 31 luglio 1987.
Agli arresti domiciliari sono finiti Daniele Parrini e Antonino Delli Gatti, e agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico Francesco Parrini e Lorenzo Delli Gatti.
L’ordinanza cautelare rappresenta l’epilogo di un’attività d’indagine condotta dalla Sezione Criminalità organizzata della Squadra Mobile di Potenza e dalla Squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato di Melfi, che ha consentito di accertare una pluralità di condotte estorsive, azioni intimidatorie e di ritorsione, compiute anche attraverso l’utilizzo di armi da fuoco, tra agricoltori-pastori impegnati nella raccolta, imballaggio e commercializzazione della paglia nei territori della zona sub-provinciale del “basso-melfese” e “alto bradano”.
Si tratta, in particolare, di un settore di maggiore attrattiva e conflittualità esistente allo stato tra vari operatori agricoli, grazie ai facili quanto significativi guadagni realizzati da parte degli stessi nella vendita di un prodotto che, considerato uno scarto di produzione da parte dei produttori cerealicoli della zona, è diventato invece, nel giro di pochi anni, una risorsa economica appetibile e contesa, perchè fortemente ricercata dal mercato, sia per l’utilizzo nei sistemi di produzione di materiali isolanti e per gli allevamenti, che nell’alimentazione di centrali termoelettriche a “biomasse”.
“In quest’ottica – si legge in una nota inviata in redazione dal Procuratore della Repubblica di Potenza, Francesco Curcio – le indagini hanno evidenziato un violento scontro in atto tra le famiglie di agricoltori-pastori Parrini, da un lato, e dei Delli Gatti, dall’altro, per imporsi nel settore”.
La rapida escalation di violenza, registratasi nel corso delle ultime due settimane, con la disponibilità di armi da parte degli opposti gruppi, ha richiesto un tempestivo intervento cautelare.
Attraverso un sinergico impiego di una pluralità di atti di indagine, si è riusciti a ricostruire che Lorenzo e Antonino Delli Gatti dopo aver intimato in diverse occasioni, a Francesco Parrini a ai suoi figli I’impossibilità, in assenza del loro “placet’, di proseguire nell’attività sopra indicata, hanno posto in essere una pluralità di atti estorsivi a danno dello stesso e della sua famiglia, consistiti in ripetute minacce, anche a mezzo arma da fuoco, anche nei confronti dei figli Santo e Daniele Parrini, e in vere e proprie aggressioni fisiche, a danno in particolare di Daniele con conseguenti lesioni, il tutto per assicurarsi il monopolio nel settore della raccolta della paglia nel territorio del basso-melfese.
L’offensiva lanciata da Antonino e Lorenzo Delli Gatti ha scatenato un’immediata reazione da parte dei rivali Daniele e Francesco Parrini che nell’ambito di una vera e propria guerra tra gruppi concorrenti, hanno pianificato ed attuato azioni ritorsive, minacciando, con armi comuni da sparo, illegalmente detenute e illegalmente portate in luogo pubblico da Lorenzo e Antonino Delli Gatti e Donato Parrini.
Nel corso delle indagini è stata data esecuzione anche a decreti di perquisizione personale e locale disposti dal pm sia nei confronti delle persone destinatarie delle misure cautelari che di altri due indagati.
Infatti, è, emerso l’illegale detenzione di un’arma e di munizioni, come si evince dal video da noi pubblicato, da parte dell’indagato Donato Parrini, nato a Melfi l’1 gennaio 1957, per il quale, in considerazione della personalità del soggetto e dai suoi precedenti, la Polizia Giudiziaria ha proceduto al suo arresto in flagranza di reato e la detenzione di banconote contraffatte da parte di Lorenzo Delli Gatti, che sono state oggetto di sequestro.
Rocco Becce
Direttore Editoriale