Nell’ambito di un procedimento penale riguardante gravi reati contro la Pubblica Amministrazione, in Basilicata, su delega della Procura della Repubblica, presso il Palazzo di Giustizia di Potenza, all’alba di oggi, giovedì 28 giugno, il personale della Polizia Giudiziaria, l’Aliquota Carabinieri, il Nucleo di Polizia Economica e Finanziaria della Guardia di Finanza e la Polizia Locale, hanno eseguito 8 ordinanze cautelari emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari.
Tutti i dettagli sono stati forniti alla stampa nella mattinata presso gli uffici della Procura della Repubblica, al quarto piano del Tribunale di Potenza.
Erano presenti il Procuratore Capo, dott. Francesco Curcio, i pm Gerardo Salvia e Valentina Santoro, il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Potenza, Colonnello Gianluca Dinoi, il Tenente Colonnello Costantino Russo del Nucleo della GdF, il Maggiore Luigi Paone Comandante G.I.C.O. della GdF, il Comandante Provinciale dei Carabinieri, Colonnello Daniele Scardecchia, il Comandante della Sezione P. G. del Tribunale di Potenza, Colonnello Domenico Carmelo Del Prete e il Comandante della Polizia Locale di Potenza, Anna Bellobuono.
Agli arresti domiciliari sono finite 2 persone, l’imprenditore Nicola Auletta e il funzionario del Comune di Potenza, Mario Giugliano.
6 sono, invece, i divieti di dimora nel capoluogo lucano a carico di Nicola Cerroni, Carlo Salvatore Costa, Giulio Leonardo Ferrara, Maria Assunta Frescura, Pietro Giella e Francesco Mollica, tutti accusati di truffa aggravata a danni di Ente pubblico, turbativa d’asta, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, corruzione, falso in atto pubblico e bancarotta fraudolenta.
Questi sono alcuni dei nomi degli indagati almeno sino ad ora.
Pasquale Campanile, Riccardo Capuano, Michele Casella, Salvatore Cavuoti, Carmen Celi, Angelo Di Sabato, Anna Fulgione, Antonino Garramone, Carmine Garramone, Pompeo Rosario Laguardia, Giuseppe Lorusso, Vito Manzari, Giovanni Moscatiello, Mario Restaino, Vito Santarsiero e Caterina Vaccaro.
“Il provvedimento cautelare – come spiegato in conferenza stampa – è stato adottato all’esito di complesse ed articolate indagini svolte nel procedimento penale originato dal dissesto finanziario del Comune di
Potenza, risalente alla precedente Giunta comunale, i cui sviluppi investigativi si sono intrecciati con il procedimento relativo all’affidamento al Co.Tr.A.B. del servizio del trasporto pubblico locale e dei servizi sostitutivi ed integrativi della rete ferroviaria”.
Quindi, sono due i filoni d’indagine che hanno portato gli investigatori a lavorare per mesi su montagne di documenti che hanno evidenziato anomalie e riguardato anche la gestione del contratto di appalto fra il Comune di Potenza e la soc. coop. ARIETE affidataria dei servizi di pulizia quotidiana e periodica delle strutture e dei locali dell’Ente, oltre che dei servizi di custodia e vigilanza di molte palestre scolastiche, impianti sportivi e bagni pubblici della città.
Grazie anche alle dichiarazioni dell’ex assessore comunale, Giovanni Salvia, un illecito meccanismo è stato accertato, da parte di Mario Giugliano, funzionario del Provveditorato comunale, addetto proprio al controllo sulla regolarità dell’esecuzione del contratto, che, invece, ha consentito alla soc. coop. ARIETE di percepire importi maggiori rispetto a quelli spettanti.
Nel corso delle indagini è stata effettuata una rigorosa ricognizione economico-contabile che, a dispetto delle note di credito a favore della soc. coop. ARIETE fittiziamente indicate dal Giugliano nei suoi rendiconti, ha consentito, invece, di acclarare un ammanco di migliaia di ore di prestazioni di pulizia e custodia, regolarmente pagate per un danno economico complessivo alle casse del Comune di Potenza, considerato il dissesto dichiarato per milioni di euro che può essere quantificato in circa 500mila euro.
“Le indagini – come si legge in un comunicato stampa diffuso dalla Procura della Repubblica del capoluogo lucano – hanno consentito di accertare ulteriori ipotesi di mala gestio del denaro pubblico avvenute in danno dell’amministrazione comunale sfociate in altrettante consumazioni di illeciti penali”.
È emerso, a quanto pare, la liquidazione truffaldina da parte del Comune di Potenza ad un’altra società, la LUCUS SERVIZI, per prestazioni di rimessaggio e pulizia di tabelloni elettorali di fatto mai espletati dalla ditta ma eseguiti e già pagati alla soc. coop. ARIETE, come confermato dagli stessi lavoratori dipendenti.
È risultato, poi, a conferma del rapporto preferenziale fra il principale indagato, Giugliano e la società beneficiaria delle illecite erogazioni, l’impiego di due fatture, relative a prestazioni mai rese al Comune di Potenza, per remunerare la soc. coop. ARIETE del prezzo di un robot per pulizia piscine che, invece, di fatto, è stato ceduto al Giugliano soltanto per scopi personali.
Un rapporto corruttivo è stato delineato nel corso delle indagini dal Giugliano ed altri esponenti dell’amministrazione comunale di Potenza all’imprenditore Auletta, risultato essere amministratore di fatto della FACILITY SRL, altra società in rapporti con il Comune di Potenza, illecitamente agevolata nel conseguire l’affidamento del servizio di gestione degli impianti tecnogici presso il Palazzo di Giustizia di Potenza, attraverso il passaggio illecito e preferenziale di informazioni rilevanti ai fini della aggiudicazione dell’affidamento.
Le indagini hanno, inoltre, messo in luce come a fronte di tali rapporti collusivi, per compensare il Giugliano, non è stato incluso in un provvedimento di licenziamento collettivo un dipendente della soc.coop ARIETE, segnalato dal funzionario all’imprenditore Auletta.
Ulteriori sviluppi investigativi delle Fiamme Gialle hanno fatto conoscere un’operazione di svuotamento patrimoniale della società LOGICA SERVIZI SRL, facente capo ad Auletta che di fatto, ha consentito di sottrarre alla garanzia dei creditori e del fisco il compendio complessivo e fallita nel dicembre 2015.
In sostanza, con due contratti di affitto di ramo d’azienda alla FACILITY, per altro stipulati lo stesso giorno, in cui la Guardia di Finanza di Potenza contestava alla LOGICA svariate violazioni fiscali (omessi versamenti di imposta, ritenute operate e non versate, etc.), sono state trasferite alla prima le poste attive della seconda, dietro corrispettivi mai versati e mai pretesi, da porre, così, la LOGICA in stato di decozione, a detrimento sia degli interessi dei creditori che dell’Erario vantando un credito complessivo di oltre 9 milioni di euro, sottratti, ovviamente, al fisco.
Un’altro filone investigativo ha, invece, riguardato l’affidamento al Co.Tr.A.B. del servizio del trasporto pubblico locale e dei servizi sostitutivi ed integrativi della rete ferroviaria.
Il consorzio, infatti, risulta concessionario del servizio di trasporto pubblico su gomma per le linee interurbane della provincia di Potenza dal 2009 e nella città di Potenza dal 2006 al 31 dicembre 2015.
In particolare l’attenzione investigativa si è concentrata da subito su Giulio Leonardo Ferrara, Presidente del Consiglio di Amministrazione di Co.Tr.A.B., responsabile per la Basilicata e per la provincia di Foggia della SITA SUD, di cui è procuratore speciale.
Sin dall’inizio delle attività d’indagine è emerso lo stretto legame tra Ferrara e il segretario della Federazione Italiana Trasporti C.I.S.L. della Basilicata, Carlo Salvatore Costa.
Un consolidato rapporto che, nel corso delle investigazioni, si è mostrato finalizzato al conseguimento di due obiettivi comuni, uno strumentale all’altro.
1) sostenere e conservare l’affidamento di tali servizi da parte degli Enti pubblici a favore del Co.Tr.A.B., ostacolando l’ingresso di altre aziende estranee al consorzio.
2) gestire lo specifico settore, in modo da avere il controllo complessivo del sistema del trasporto pubblico su gomma, anche a fini clientelari e per avere un bacino di elettori disponibili.
In tale prospettiva è stato dimostrato fattive sinergie fra gli indagati ed il consigliere regionale ed ex presidente del consiglio, Francesco Mollica, risultato, a quanto pare dagli atti, essere un loro referente politico di fiducia.
Dalle risultanze investigative, i tre convergevano verso comuni obbiettivi, ognuno alimentato da propri e specifici interessi, rispettivamente, imprenditoriale, sindacale e politico.
“In questo quadro di relazioni – come si legge nel comunicato stampa fornito oggi dalla Procura – dalle indagini di questi mesi è emerso, che la Giunta Regionale in data 9 giugno 2015 aveva approvato lo “schema bando e pubblicazione gara con procedura aperta per l’affidamento della gestione e dell’esercizio dei servizi automobilistici sostitutivi o integrativi dei servizi ferroviari di inferesse regionale e locale relativo agli anni 2016 e 2017 per un importo annuo a base d’asta pari a 6.465.830,58 euro, oltre IVA, per un importo complessivo di 14.224.827,28 euro”.
Tale delibera è risultata propedeutica ad un bando di gara con “procedura aperta” che la Regione Basilicata avrebbe indetto per l’affidamento del servizio autolinee, sostitutivo e/o integrativo della rete ferroviaria sul territorio regionale (ex art. 34 octies D.L. n. 179/2012) fino a quel momento gestito dalle “Ferrovie Appulo Lucane” e da “Trenitalia“.
Ancora prima della pubblicazione del bando, è risultato che il Ferrara aveva attivato tutti i suoi collaboratori per ottenere gli atti rilevanti per partecipare e vincere la gara con il Co.Tr.A.B., ponendo in essere una serie di condotte volte a turbare il procedimento amministrativo diretto all’emanazione del bando, trovando il supporto consapevole di alcuni indagati.
Insieme al Costa aveva chiesto al consigliere regionale Mollica di recuperare presso la Stazione Unica Appaltante gli atti relativi alla Delibera di Giunta num. 1590/2014, con gli allegati riservati e non ancora pubblicati in quanto contenenti atti inerenti il disciplinare della gara, non pubblicabili fino all’emanazione del bando di gara avvenuto il 24 novembre del 2015 ad opera della Regione Basilicata – Dipartimento Stazione Unica Appaltante.
“I tre, come spiegato in Procura – sono entrati in possesso degli atti riservati, attraverso la mediazione di Anna Fulgione, collaboratrice di Mollica, che aveva contattato il Capo di Gabinetto e responsabile della Stazione Unica Appaltante, poi, passati a Mollica che a sua volta li aveva personalmente consegnati al Ferrara, mettendo, così, in condizione la Co.Tr.A.B. di assumere prim’ancora della pubblicazione del bando di gara, dati utili alla formulazione della propria offerta economica”.
Insomma una vicenda giudiziaria ancora non chiusa e sicuramente non chiara su diversi aspetti, iniziata qualche anno fa e sulla quale gli investigatori stanno ancora indagando.
Intanto, in merito a questo caso, sono giunte in redazione due dichiarazioni che pubblichiamo di seguito, rispettivamente del consigliere regionale Francesco Mollica (Udc) e dell’attuale presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Vito Santarsiero (PD).
Mollica, incredulo, ma fiducioso nell’operato della giustizia ha, così, commentato.
“Con incredulità, ma con la trasparenza e l’immediatezza che ha sempre caratterizzato il mio impegno politico e istituzionale, riconfermando la fiducia nella magistratura, nella tranquillità della mia coscienza e del mio operato, confido nella possibilità di risolvere, nei tempi di giustizia, questa vicenda giudiziaria che pone un limite momentaneo di territorio e di opportunità alla mia consueta attività a favore della comunità potentina, stante l’applicazione della misura del divieto di dimora oggi notificatomi”.
“Dopo oltre 3 anni di indagini – ed è il commento di Santarsiero – finalmente è emersa ancora una volta la mia totale estraneità e la totale mancanza di contestazioni rispetto alle accuse correlate al dissesto della città di Potenza, nonchè rispetto alle accuse su atti amministrativi che ho seguito nella mia carica di sindaco”.
“Quella caccia alle streghe – aggiunge – si è risolta senza alcuna contestazione, così, come avvenuto con la Corte dei Conti”.
“Ho assoluta fiducia nella magistratura – conclude – anche rispetto ad una contestazione residuale che avrò modo di chiarire in ogni aspetto e avendo la coscienza tranquilla, non ho mai interferito in nessuna gara, tanto meno in quella di Trotta”.
Rocco Becce
Direttore Editoriale