
Quanta nostalgia per le bellissime feste da ballo organizzate nelle abitazioni degli amici o davanti ai juke box nel periodo degli anni 70, e, a seguire in locali privati, sino alle più spettacolari discoteche della costiera romagnola.
Ora è tutto cambiato, e, purtroppo, in peggio, e ve lo dice un esperto del settore musicale che in qualità di d.j. e art director, per circa 40 anni, nei week end, ha girato i locali più alla moda d’Italia.
Già da tempo, si prediligono, ambienti oramai diversi rispetto agli anni passati.
Il più delle volte, in questi posti, gli spacciatori di sostanze stupefacenti sono di casa, nonostante i controlli degli stessi titolari e delle forze dell’ordine.
Agli inizi degli anni 80 i giovani per ascoltare e ballare ritmi di musica techno, goa, acid house, jungle, drum & bass o psy-trance, utilizzavano i cosiddetti “free party“, chiamati più comunemente “Rave party“.
Era il termine utilizzato in quegli anni per descrivere le prime manifestazioni musicali, ovviamente illegali, che si svolgevano in molti Paesi europei con ritmi di generi elettronica, caratterizzate da musica dance ad altissimo volume e giochi di luci psichedeliche.
Gli eventi si svolgevano, e ancora adesso, di solito in spazi isolati, per esempio all’interno di aree industriali abbandonate o in grandi spazi aperti, come campi, cave, boschi e foreste, con una durata variabile da una notte fino a più di una settimana, il più delle volte con l’uso a volontà di droghe e alcool.
L’esperienza di queste manifestazioni risponde all’esigenza di affermare una zona esterna alle dinamiche imposte dalle istanze economiche, amministrative e istituzionali che regolano la quotidianità dello spazio “pubblico” e di chi lo attraversa.
In Basilicata, a Lavello, in provincia di Potenza, i Carabinieri della Compagnia di Venosa, guidata dal Capitano Alessandro Vergine, per un simile fatto hanno denunciato 107 persone.
I militari all’esito di una meticolosa indagine, hanno identificato e deferito in stato di libertà, alla Procura della Repubblica del capoluogo lucano, i partecipanti, di età compresa tra i 22 ed i 42 anni, ritenuti responsabili, in concorso, dei reati di invasione di terreni ed edifici, danneggiamento, deturpamento e imbrattamento di cose altrui.
Questo è avvenuto a seguito di quanto accaduto alcuni mesi addietro nella città lucana, con riferimento ad una manifestazione non autorizzata, svoltasi, tra la serata dell’8 dicembre scorso e la mattinata seguente, all’interno di un capannone industriale in disuso e su di un annesso terreno, entrambi di proprietà privata, ubicati in località Gaudiano di Lavello.
Nell’occasione, i militari della locale Stazione Carabinieri e della Compagnia di Venosa hanno accertato che all’evento avevano partecipato oltre un centinaio di persone provenienti non solo dalla Basilicata ma anche dal Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Campania, Calabria, Puglia e addirittura dalla Francia.
La ricostruzione dei fatti è stata resa possibile grazie ad alcuni controlli del territorio e ad una conseguente attività informativa tempestivamente avviata dai Carabinieri della locale Compagnia.
Infatti, in quella circostanza, gli investigatori, oltre a verificare l’indebito accesso da parte di terzi, nella struttura privata, ne avevano accertato il danneggiamento, mediante la realizzazione di scritte e graffiti ornamentali, ed il deturpamento dell’area circostante, su cui erano state abbandonate bottiglie ed oggetti di vario genere, un classico di questi incontri.
I Carabinieri hanno conseguito questo risultato operativo, grazie anche alla collaborazione dei presidi dell’Arma operanti nei vari luoghi di origine delle persone individuate, che conferma, ancora una volta, l’importanza del controllo del territorio, la conoscenza delle sue dinamiche sociali e la valenza delle attività istituzionali sempre più intensificate dal Comando Provinciale Carabinieri di Potenza, guidato dal Colonnello Nicola Albanese, utili a tutelare l’ordine e la sicurezza pubblica, mediante un corretto svolgimento, nel rispetto delle norme, di tali manifestazioni, oltre che la proprietà privata nell’ambito delle varie realtà rurali lucane, potenzialmente esposte a tali forme di illecite iniziative.
Rocco Becce
Direttore Editoriale