In Puglia, all’alba di oggi, lunedì 28 gennaio, un’operazione antidroga denominata “Sangue blù” è stata eseguita dai Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Taranto, con il supporto di unità cinofile antidroga ed anti-esplosivo del Nucleo Carabinieri Cinofili di Modugno.
Tutto è accaduto nei quartieri Tamburi e Paolo VI di Taranto e nella città di Bari.
8 sono i provvedimenti cautelari, 2 in carcere e 6 agli arresti domiciliari, emessi dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Lecce su richiesta della Procura della Repubblica di Lecce – Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di altrettante persone, tutte originarie di Taranto, ad eccezione di una arrestato residente a Bari, ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico, trasporto e detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione illegali di armi.
Durante le fasi esecutive, come si legge in un comunicato stampa inviato in redazione insieme alle foto dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Taranto, uno degli arrestati, residente a Bari, è stato trovato in possesso di una pistola calibro 7,65, tenuta ben nascosta dietro ad un mobile del bagno, completa di caricatore e 7 proiettili, di cui uno in canna e pertanto pronta a far fuoco.
Le indagini, avviate tra il 2014 ed il 2015 dai Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Taranto e coordinate dalla D.D.A. salentina hanno fatto luce su un intenso traffico di stupefacenti nella città di Taranto.
Le ordinanze di custodia cautelare eseguite dai Carabinieri di Taranto, costituiscono la concretizzazione di un secondo segmento investigativo, che aveva già visto l’arresto, nel giugno 2017 di altre 13 persone ritenute responsabili a vario titolo degli stessi reati contestati agli indagati di oggi.
Nel corso delle attività investigative, condotte mediante servizi di osservazione, controllo e pedinamento, oltre che mediante presidi tecnici di intercettazioni telefoniche ed ambientali, è emerso che l’organizzazione criminale, nella sua articolazione territoriale localizzata nel quartiere Tamburi, gestiva un lucroso traffico di stupefacenti, di tipo cocaina, marjuana, eroina ed hashish, approvvigionati in rilevanti quantità e con ingente impegno economico anche dalla provincia di Napoli ed in particolar modo da Torre Annunziata oltre che dalla provincia di Bari.
Lo stupefacente veniva immesso sulle piazze di spaccio del quartiere tarantino dal quale si rifornivano numerosi consumatori provenienti dall’intera provincia jonica, dalle zone limitrofe di Bari e Brindisi, oltre che dalla vicina Basilicata.
Il denaro ricavato veniva utilizzato per nuovi approvvigionamenti, oltre che per la remunerazione delle figure operative in seno all’organizzazione quali i custodi, i corrieri, le staffette e gli spacciatori al dettaglio.
Proprio le dinamiche criminali emerse dalle investigazioni hanno dimostrato indiscutibilmente la costituzione di un vero e proprio sodalizio criminale, dedito alla perpetrazione dei reati necessari al suo consolidamento, alla riscossione dei proventi, alla predisposizione di strategie utili tanto ad aumentare e a consolidare la forza e la caratura del sodalizio quanto a mantenere l’egemonia sulle piazze di spaccio, come quelle del quartiere Tamburi di Taranto, storicamente contese da gruppi criminali rivali.
Le indagini hanno inequivocabilmente rivelato tutti i più rilevanti momenti della vita del gruppo criminale.
Nel corso dell’attività sono stati eseguiti numerosissimi riscontri con perquisizioni e sequestri a carico di assuntori acquirenti, talora giovanissimi, sopratutto nel quartiere Tamburi, tra questi i più ingenti e significativi sono i seguenti:
• il 29 novembre del 2014, in via San Francesco D’Assisi, venivano tratti in arresto da parte dei Carabinieri della Sezione Operativa, C.R., di anni 63 e T.D.L. di anni 56, vicini a F.V., arrestato nella prima parte dell’indagine, in quanto trovati in possesso di un involucro sigillato, contenente sostanza stupefacente di tipo cocaina per un peso complessivo di 1 chilogrammo.
• il 5 marzo del 2015, in via Grazia Deledda, veniva tratto in arresto A.S., di anni 27, trovato in possesso di 1 involucro sigillato, contenente sostanza stupefacente di tipo cocaina per un peso complessivo 1 chilogrammo.
• il 20 settembre del 2016, a Taranto in via Lago Maggiore, veniva tratto in arresto P.L.N., di anni 37, trovato in possesso di quasi 600 grammi di droga, di tipo cocaina.
Significativo si è rivelato l’immancabile linguaggio criptico adoperato per indicare lo stupefacente “Carne, lamiere, la macchina, il coso, la moto, il caffè”.
In relazione al contenuto di una conversazione nella quale uno degli indagati ha fatto emergere la propria consapevolezza di essere al vertice di una famiglia di sangue blu, l’operazione è stata così denominata.
In sintesi, nell’ambito del procedimento, in cui sono indagate complessivamente circa cinquanta persone, il Giudice per le Indagini Preliminari di Lecce ha emesso 8 O.C.C. per il reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, nonchè per il reato di detenzione ai fini di spaccio, disponendo la custodia cautelare in carcere a carico di 2 persone e di altre 6 ai domiciliari.
Nel carcere “Andrea Magli” di Taranto, nella foto, sono finiti:
M.C., nato a Taranto il 29.3.1993;
R.G., nato a Taranto il 28.7.1975.
Agli arresti domiciliari sono stati sottoposti:
F.F., nato a Taranto il 29.5.1975;
G.L., nato a Taranto il 13.2.1992;
B.G., nato a Taranto il 19.12.1997;
M.F., nato a Taranto il 23.2.1994;
L.A., nato a Bari il 3.11.1981;
A.I., nato a Taranto il 6.3.1989.
Rocco Becce
Direttore Editoriale