
La pietra filosofale o pietra dei filosofi, in latino “lapis philosophorum”, è, per eccellenza, la sostanza catalizzatrice simbolo dell’alchimia, capace di risanare la corruzione della materia e sarebbe dotata di alcune proprietà straordinarie utili a fornire un elisir di lunga vita in grado di conferire l’immortalità, far acquisire la conoscenza assoluta del passato e del futuro e la possibilità di tramutare in oro i metalli, proprietà che ha colpito maggiormente l’avidità popolare.
Quindi, trasformare i metalli in oro significa trasformare la materialità in spirito.
Molte leggende, tuttavia, attribuiscono a tale elemento altre proprietà, o ne sottraggono alcune.
Ciò non vuol dire che la pietra filosofale fosse l’oggetto di semplici leggende, di visioni utopiche, o di desideri avidi, l’alchimista, anzi, era tenuto a raggiungere un elevato livello di moralità, condizione indispensabile per la riuscita della sua opera, che gli impediva di arricchirsene a fini egoistici.
L’oro, piuttosto, era ricercato sopratutto per essere utilizzato come catalizzatore nelle reazioni chimiche, per portare a termine le trasformazioni, essendo apprezzato da sempre come l’unico metallo conosciuto in grado di restare inalterabile nel tempo.
“Pietra Filosofale” è anche un’operazione condotta dalla Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Bologna.
Dopo circa due anni di indagini, i militari delle Fiamme Gialle, in Emilia Romagna, Toscana, Abruzzo e Basilicata, che ha coinvolto la città dei Sassi di Matera, hanno eseguito 10 ordinanze di custodia cautelare, 7 in carcere e 3 agli arresti domiciliari, oltre a numerose perquisizioni locali e personali e 4 richieste di arresti europei in Romania e Turchia.
I provvedimenti restrittivi emessi dal Giudice per le Indagini Preliminari, presso il Tribunale di Bologna, dott. Alberto Gamberini, su richiesta del Procuratore della Repubblica, dott. Giuseppe Amato e del Sostituto Procuratore, dott. Marco Forte, riguardano un sodalizio criminale dedito ad attività illecite in diverse città italiane e all’estero.
I responsabili di questi reati sono ora indagati per associazione a delinquere, riciclaggio di proventi illeciti e ricettazione con l’aggravante del reato transnazionale ed è in corso il sequestro preventivo per l’equivalente dei beni e delle disponibilità finanziarie degli indagati e delle società, per un ammontare complessivo di 7,4 milioni di euro.
Al vertice dell’organizzazione criminale, composta da 29 persone, coinvolte a vario titolo, di nazionalità italiana, turca, cinese e rumena, vi era A.S.T., un cittadino turco, di 50 anni, che utilizzando anche lo scalo aeroportuale “G. Marconi” di Bologna, raggiungeva la Toscana per raccogliere il denaro contante, sembra, derivante da l’evasione fiscale di imprenditori cinesi nella zona di Prato, che veniva impiegato per l’acquisto di oro, di dubbia provenienza, da compiacenti imprenditori della provincia di Arezzo.
Il metallo prezioso, così, raccolto veniva occultato nei bagagli da stiva del turco o di alcuni suoi complici ed esportato in Turchia o in altri Paesi esteri, tra cui la Spagna e Grecia, dove veniva immesso nei mercati ufficiali del settore.
Il ricavato, confluito sui conti correnti delle società turche riconducibili all’indagato, veniva, poi, trasferito ad imprese rumene, a lui stesso collegate, per, poi, essere spostato su conti di società di comodo del Regno Unito, costituite dagli stessi imprenditori cinesi che ne avevano originato la provvista.
Le complesse indagini, condotte dai militari del I° e II° Gruppo Bologna, anche di natura tecnica, si sono sviluppate in collaborazione con l’Europol e grazie a 15 perquisizioni effettuate, hanno sottoposto a sequestro oltre 70 chilogrammi di oro puro, per un valore complessivo di circa 2,5 milioni di euro, oltre a denaro contante per quasi 1,5 milioni di euro.
I 70 militari impegnati nell’operazione, hanno rinvenuto anche del denaro contante per oltre 260mila euro, posto sotto sequestro.
I dettagli dell’operazione, sono stati illustrati nella mattinata di oggi, mercoledì 12 dicembre, durante una conferenza stampa svoltasi presso il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna.
Tra i tanti operatori dell’informazione e militari della GdF, erano presenti anche il Procuratore della Repubblica, dott. Giuseppe Amato e il Comandante Provinciale Generale di Brigata, Luca Cervi.
Rocco Becce
Direttore Editoriale
