Per corruzione, peculato e falsità ideologica, in Basilicata, la Polizia di Stato della Questura di Matera, in esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari disposta dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Matera, Angelo Onorati, ha tratto in arresto gli Assistenti Capo della Polizia Penitenziaria, Felice Perniola e Luigi Clemente, in servizio presso la Casa Circondariale della città dei Sassi, in via Cererie 24, rispettivamente di 55 e 52 anni, residenti in Puglia, a Ginosa e ad Altamura. in esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari disposta dal Gip del Tribunale di Matera Angelo Onorati.
La notizia è stata diffusa nella giornata di oggi, lunedì 16 aprile, nel corso di una conferenza stampa svoltasi in tarda mattinata nella Sala Palatucci, della Questura, alla presenza del Procuratore Capo della Repubblica presso il Tribunale di Matera, dott. Pietro Argentino.
Alla conferenza erano, inoltre, presenti il p.m. che ha condotto le indagini, Annafranca Ventricelli, il Capo della Squadra Mobile, Vice Questore, Fulvio Manco e il Commissario Coordinatore della Polizia Penitenziaria, Daniela Capozzi.
Perniola, che era già stato arrestato per corruzione in flagranza di reato lo scorso 5 gennaio, è accusato anche di corruzione continuata e quel giorno, in particolare, sottrasse 250 euro dalla tasca dei pantaloni, contenuti in un pacco destinato ad un detenuto, ovviamente, dopo essersi accordato con un familiare in visita.
La misura cautelare scaturisce da un’indagine avviata nello scorso mese di ottobre dall’attività di osservazione e controllo dello stesso Corpo di Polizia Penitenziaria, che aveva fatto emergere delle discrasie sul peso dei pacchi portati dai parenti ai detenuti riconducibili al Perniola, e poi condotta dalla Squadra Mobile con attività tecniche di intercettazione ambientale audio e video a cui sono seguite altre attività, come pedinamenti e appostamenti, oltre che ad analisi su apparecchiature informatiche.
Un primo approfondimento svolto dal personale del Corpo ha, così, permesso di accertare la presenza in alcuni pacchi di oggetti non consentiti e un peso di circa 3 chilogrammi in più rispetto a quello consentito per legge.
Sono state, inoltre, ascoltate a sommarie informazioni, diverse persone ritenute probabilmente a conoscenza dei fatti e in particolare, è stato osservato un comportamento reticente da parte delle persone ascoltate, tranne nel caso di una signora che ha riferito di aver pagato delle somme per ottenere delle agevolazioni per il proprio compagno rinchiuso nel carcere.
Dalle ulteriori investigazioni svolte è anche emerso che l’Assistente Capo Perniola, con mansioni di addetto al controllo dei pacchi destinati ai detenuti e consegnati dai familiari durante i colloqui, agevolava alcuni detenuti in cambio della somma intorno alle 250 euro.
Inoltre, in quest’altra pessima storia, sono stati notificati avvisi di conclusione di Indagini Preliminari nei confronti di altri 7 indagati.
Rocco Becce robexdj@gmail.com
Direttore Editoriale